L’Italia altrove
L’Italia non ha bisogno di nuovi sacrifici proiettati in un’ottica che ben poco andrebbe a migliorare la realtà nazionale. Se i politici dovessero continuare a dare un’importanza marginale agli italiani che vivono altrove, si potrebbe verificare quell’effetto “boomerang” che molti in Patria hanno, da sempre, intuito. I Parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero, però, non hanno fatto nulla per aggiornare una legge sul voto già nata vecchia. Ci auguriamo, almeno, che prenda in esame il progetto di un Dipartimento per gli Italiani all’Estero (DIE). Novità socio/politica da non trascurare.
Nel frattempo, ci sono stati seguiti politici che hanno fatto slittare il cambiamento. Di ciò, dopo oltre sessant’anni di giornalismo al servizio degli italiani che vivono altrove, prendiamo atto. Per migliorare ciò che riteniamo possibile, certe proposte dovrebbero maturare anche fuori d’Italia. Sempre che ci si creda veramente.
Non è il caso d’aggiungere cenni personali. Chi vive oltre frontiera è già nelle condizioni per partecipare, più attivamente, al futuro della terra d’origine.
Proprio sotto questo profilo, che riteniamo fondamentale, intendiamo fare chiarezza sullo “status” dei Connazionali nel mondo per coinvolgerli nelle decisioni che potrebbero cambiare il loro ruolo, che non è marginale, nella Penisola. Se lo scriviamo, significa che ci crediamo.
Certe soluzioni, tuttavia, non dovrebbero essere prese senza una più approfondita analisi da parte di chi non vive in Italia; ma ne ha, a pieno diritto, la cittadinanza.
Gli Italiani “altrove” dovrebbero avere la stessa valenza politica che sollecitiamo, da qualche tempo, anche nella Penisola. Particolarmente sotto il profilo della rappresentatività attiva. Ma, ancora una volta, non c’è peggior sordo di chi non ha l’intenzione di sentire. Insomma, ci vuole determinazione e volontà per andare oltre.
Giorgio Brignola