Il voto dei connazionali all’estero

Il voto dei connazionali all’estero

La legge elettorale “Rosatellum” è da rimpiazzare. Questa premessa è essenziale per concepire anche il “sorpasso” della Legge 459/2001; nota anche come “Legge Tremaglia”. Gli italiani all’estero, una mattina, hanno appreso che avrebbero potuto votare direttamente dai Paesi ospiti. Senza la fatica di rientrare, pur se a spese contenute, in Patria per l’esercizio del democratico diritto. Solo dopo si è puntualizzato che il voto sarebbe stato postale. Un primo controsenso; pur con l’affermazione dell’informatica a tutti i livelli applicativi, la posta cartacea ha mantenuto la supremazia. Ma c’è stato dell’altro. Il voto degli italiani nel mondo sarebbe stato “blindato” in una Circoscrizione Estero. Suddivisa in quattro ripartizioni geografiche elettorali.

Di Alleanze politiche ”autonome”per gli italiani dall’estero neppure a parlarne. Intanto, la normativa avrebbe potuto anche essere migliorata strada facendo. Invece, sono passati gli anni e tutto è rimasto come aveva ideato il compianto On. Tremaglia.

Per complicare ancora la questione, il voto nella Penisola è correlato a una serie d’adempimenti burocratici presso i nostri Consolati (il diritto di scelta è valido per una singola votazione ed è necessario rinnovarlo, con lo stesso iter, in occasione d’altra consultazione). Ci sono, poi, tempi precisi da rispettare. I moduli elettorali sono inviati dai Consolati e gli elettori devono rispedire al mittente le schede votate entro trenta giorni dalla loro consegna. Insomma, ancora tanta burocrazia della quale non vediamo l’utilità.

Ma non è finita. Nel caso in cui il prezioso plico non fosse recapitato, l’interessato può farne espressa richiesta presentandosi al proprio Ufficio Consolare. Con altre perdite di tempo. Questo meccanismo, vecchio di vent’anni, dovrebbe cambiare. In meglio, ci auguriamo. Quando sarà varata una nuova normativa elettorale, sarà nostra premura tornare in argomento. Più che una promessa, è un dovere. Resta auspicabile la nostra proposta del varo di un Dipartimento per gli Italiani all’Estero (DIE). Questo suggerimento trova conforto proprio su quanto abbiamo evidenziato.

 

Giorgio Brignola

segreteria.anim@gmail.com

 

Redazione

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