Evento centenario “Rocco Scotellaro”: provincia di Matera e Circolo Radici
Apprendiamo dalla stampa della morte di un paziente di 46 anni, per un ascesso dentale degenerato in setticemia.
Assistere nel 2023 a una notizia tanto grave per una causa scatenante “banale” pone noi Professionisti sanitari di fronte alla evidenza di uno sconcertante baratro nel panorama sanitario nazionale.
Certamente tale triste evento pone l’attenzione sulla sottovalutazione sociale della salute orale che risulta più marcata per le fasce sociali meno abbienti. Ne scaturisce un quesito da sottoporre alle istituzioni: “Siamo dinanzi ad una reale carenza di strutture sanitarie pubbliche specialistiche?”
La sanità non è uguale per tutti. Non lo è praticamente mai stata, ma adesso le cose vanno peggio. Una tendenza decennale è la gestione prettamente economicistica della sanità a cui molti Direttori Generali delle Asl sono costretti, con distinzioni da Regione a Regione.
In certe realtà del Sud può esserci effettivamente un’offerta pubblica inferiore rispetto al Centro-Nord, ma spesso i dati evidenziano un’altra cosa: che le persone scelgono il privato (Fonte AGENAS).
Questa situazione nella odontoiatria ingenera inevitabilmente il fenomeno della “salute low cost” che in maniera preoccupante prende sempre più piede sul territorio nazionale, sostiene il Dr. Andrea Cardano, Segretario sindacale nazionale Andiamoinordine.
Il Censis mette anche in evidenza come sempre una maggiore percentuale della popolazione rinunci alle cure sanitarie per problemi economici, non potendosi più permettere di affrontare la spesa di visite specialistiche, analisi, cicli di terapie.
La difficoltà sociale di accedere alle strutture pubbliche si verifica anche per le lunghe liste di attesa, dovute alla scarsità non solo degli operatori ma anche delle strutture fisiche disponibili.
Nel nostro paese, dove il SSN non riesce a garantire le cure dentarie pubbliche (Il 92% della spesa è privata), recarsi dal dentista sembra esser diventato un lusso, se è vero che un italiano su cinque rinvia la visita odontroiatrica per motivi economici (Dati FIASO).
Le cure odontoiatriche pubbliche consistono, infatti, in circa 3,7 milioni di prestazioni ambulatoriali, pari allo 0,07% della spesa sanitaria pubblica complessiva (127 miliardi nel 2021) (Fonte Consiglio Superiore di Sanità).
In alcune Regioni italiane per far fronte a questo problema, si sono stipulate convenzioni tra Asl e ospedali e studi dentistici privati, al fine di poter garantire alla maggioranza degli assistiti cure specialistiche di livello ad un giusto prezzo, e laddove questi accordi non sono presenti l’Odontoiatra privato si fa carico di tale situazione andando incontro ai pazienti meno abbienti, in un panorama sempre meno sereno tra l’incremento delle cliniche low cost (sia sul territorio nazionale che extra nazionale) e l’iper-burocratizzazione della Professione.
La libera professione continua ad essere un sistema sottovalutato, sia in termini di attenzione politica che di sostegno allo sviluppo, nonostante il contributo che i professionisti sanitari danno alla crescita del Paese ed alla salvaguardia della salute dei cittadini.
Infatti l’accesso alle cure odontoiatriche rimane largamente privato, sia perché l’estensione delle coperture assicurative private rimane ancora limitato nel contesto italiano, sia perché le condizioni disponibili non riescono a compensare i costi a cui le famiglie vanno incontro.
Per tali motivi, la “Crisi Sanitaria” si mostra come “Bivalente” poiché riguarda pariteticamente il medico ed il paziente.
La profonda crisi che viviamo è influenzata certamente dallo sfavorevole contesto economico generale italiano, che limita da un lato la possibilità di accesso all’assistenza odontoiatrica a diverse fasce sociali, e dall’altro porta svariati pazienti ad affrontare “viaggi della speranza” per cure odontoiatriche “più economicamente convenienti”… Ma a che prezzo?
La salute orale e di conseguenza la salute generale degli italiani risente di questa crisi, pertanto una delle proposte che l’Associazione Nazionale #Andiamoinordine persegue a livello nazionale in ambito privato è l’aumento della deducibilità delle spese odontoiatriche sostenute dai pazienti fino anche al 100%, valorizzando in maniera decisa e diretta la professionalità e le competenze degli Odontoiatri nazionali.
In un momento storico in cui si discute della approvazione del “Nomenclatore prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale” si potrebbe perseguire un allargamento dei criteri e delle condizioni di erogabilità previste dai Lea per l’accesso alle prestazioni odontoiatriche.
Purtroppo tutt’oggi le fasce di popolazione che possono accedere alla assistenza attraverso il Sistema sanitario nazionale, sono una quota parte di individui in età evolutiva, pazienti fragili con vulnerabilità sanitaria o sociale, ma con un numero di prestazioni odontostomatologiche comprese nei Livelli essenziali di assistenza (LEA) drammaticamente insufficiente.
Inoltre si potrebbero facilitare e finanziare specifici programmi di promozione della salute orale, sia per l’età evolutiva che per la terza età, utilizzando le strutture accreditate con il Sistema Sanitario Nazionale o anche gli Odontoiatri privati.
La cronaca ci insegna che, al di là della elevatissima prevalenza delle patologie odontoiatriche le stesse rischiano di avere un impatto rilevante sulla stessa vita dei nostri cittadini.
Non è eticamente e socialmente accettabile per il Presidente di Andiamoinordine Dr. Nunzio Cirulli che nel 2023 l’Odontoiatria sia uno dei settori nel quale si registra il maggior tasso di rinuncia alle cure per motivazioni di natura economica.
Siamo certi che la Professione odontoiatrica sarà capace di confrontarsi con le esigenze di una società in continua evoluzione anche grazie ad Associazioni quali AndiamoInOrdine, un Network di Dentisti per fare i Dentisti, che sin dal 2014 pone la Medicina odontoiatrica come trait d’union tra le istituzioni ed il sociale.
Nunzio Cirulli
Presidente