Israele, Egitto e Autorità nazionale palestinese (Anp) “svilupperanno” il giacimento di gas marino a largo delle coste di Gaza
Lo ha annunciato l’ufficio del premier Benyamin Netanyahu specificando che lo sviluppo avverrà “nel quadro degli sforzi esistenti” tra Israele, Egitto e Anp “con particolare attenzione allo sviluppo economico palestinese e al mantenimento della stabilità della sicurezza nella regione”.
È una notizia importante vista la ormai tradizionale inimicizia fra Israele e palestinesi, in particolare della striscia di Gaza. Sulla striscia l’Anp – molto presente in Cisgiordania – svolge ancora un ruolo importante e ha delle proprie milizie. Tuttavia dal 2007 a Gaza il governo è nelle mani di Hamas che della distruzione dello stato israeliano ha fatto un suo obiettivo. Inoltre nella striscia si è affermato un altro movimento legato ai fratelli musulmani più vicino all’Iran quindi non solo con lo scopo di conquistare una propria indipendenza ma ha anche con mire espansionistiche. La striscia ha una superficie molto limitata e con una popolazione importante.
In teoria se si potesse porre fine alla guerra strisciante fra israeliani e palestinesi questi ultimi potrebbero contare sulle royalties del gas e organizzare sui quaranta chilometri di costa resort turistici Inoltre il più ampio territorio della Cisgiordania potrebbe avere una amministrazione autonoma. Gli israeliani potrebbero cessare in cambio di continuare a realizzare insediamenti su questo territorio.
Purtroppo le richieste massimaliste dei palestinesi per un accordo di pace non trovano spazio presso le autorità israeliane. I palestinesi da anni chiedono Gerusalemme Est come capitale, la costituzione di uno stato ebraico, e il rientro dei profughi dal Libano o da altre località del medioriente. Sul primo e il terzo punto Israele non è mai stata d’accordo. Sul secondo c’è disponibilità a trattare ma a condizione che si ponga fine alle ostilità
Attilio Runello