Marchigiana a Mendoza
‘Settembre, andiamo. È tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzi…’
Inizia così la poesia ‘I pastori’ di Gabriele D’Annunzio, inclusa nella raccolta Alcyone, pubblicata nel 1903.
Parafrasando questa lirica, 14 cantastorie hanno lasciato le loro case site nelle diverse regioni italiane (Maria D’Alessandro addirittura a Buenos Aires) per recarsi a Chieti, dove il 23 settembre scorso è stata presentata presso il suggestivo Teatro Marruccino (1818), il fiore all’occhiello cittadino, l’antologia che racchiude i loro racconti su emigrazione, cibo, saperi e sapori.
‘Italia bella mostrati gentile’: questo è il titolo della raccolta (a cura di Ugo Iezzi), editata da Tabula Fati (Ch) .
Il mio racconto riporta la storia del ristorante ‘La Marchigiana’ fondato nel 1948 a Mendoza, capoluogo della regione del Cuyo (quella dei vini da esportazione) da Fernanda Torresi Corradini di Civitanova Marche.
E’ la figlia Maria Teresa l’io narrante della storia da cui si apprende
-la morte del fratellino durante la traversata in Argentina (‘nella disgrazia siamo stati fortunati perché è morto nel golfo di Santa Catalina, Se fosse successo poco prima avrebbero dovuto buttarlo in mare’)
-l’arrivo a BA dove li attendeva l’ambulanza con la bara
-il viaggio verso San Juan dove lo zio Renato (‘che compariva splendido nelle foto che inviava alla famiglia’) viveva modestamente, dopo aver lasciato un lavoro prestigioso a seguito di una delusione d’amore
-la Pensión Marín dove mamma Fernanda mescolava talvolta il minestrone con un’impermeabile in testa, a causa del tetto malmesso
-l’apertura del ristorante (1948) nel cui nome venne ricordata la regione di provenienza
-la fama ottenuta fin da subito a seguito della preparazione del brodetto (‘gli unici a farlo in città’) nonostante non fosse possibile reperire almeno 7 pesci da cuocervi, come la ricetta doviziosamente enuncia;
-i vincisgrassi marchigiani, talvolta confusi con le lasagne (di provenienza emiliana) che differiscono per il sugo, la consistenza, l’uso delle spezie
-i ristoranti via via aperti in città, con l’ausilio (professionale e non) di ‘7 figli, 7 19 nipoti e 5 pronipoti’;
-la forte identità italiana che ha sempre proclamato e difeso anche nei confronti di Cristina Kirchner (già Presidente, ora V.Presidente del Paese) cui ha ricordato ‘che l’Argentina è nata dall’immigrazione e gli italiani l’hanno quasi completamente costruita, portando la cultura del lavoro in un Paese in cui non esisteva’.
La presentazione dell’antologia è stata inserita nell’ambito del convegno organizzato dalla Confederazione Italiani nel Mondo (CIM) dal titolo ‘Il turismo di ritorno,’ progetto promosso dal Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale (MAECI), volto alla valorizzazione del grandissimo potenziale costituito dagli italiani all’estero e dai loro discendenti (stimati in un bacino di utenza che sfiora gli 80 milioni di oriundi) per la riscoperta dei paesi di origine dei nostri emigrati (2024).
Paola Cecchini