A proposito di radici…
Anche se i bene avvertiti sono a conoscenza del valore dell’identità individuale e collettiva, ultimamente si assiste ai deliri di coloro che non le danno la minima importanza. E’ il caso della guerra che proprio adesso viene fatta al Natale, per esempio.
Perché mettersi a svalutare una parte importante della nostra Storia che ha comunque costituito, al di là degli aspetti discutibili, un solido baluardo contro chi voleva distruggerla? Sarebbe bene ricordarsi la battaglia di Lepanto nel 1571 per esempio, senza la quale noi donne forse saremmo tutte col velo sul naso o perlomeno in testa…E gli esempi potrebbero continuare.
Perchè mai non si può cercare un equilibrio tra accoglienza e inclusione da un lato e rispetto della Storia e della tradizione dall’altro? Si potrebbe senz’altro trovarlo se solo ci s’impegnasse un po’.
E sto parlando da una posizione laica, beninteso.
Invece di apprezzare le nostre radici, non solo si disprezzano ma ci si consegna mani e piedi a chi ci sottrae le cose fingendo di favorirci.
Perché ci caschiamo dentro con tutte le scarpe…? Per senso di colpa, probabilmente. Il senso di colpa è una roba strana, viaggia tramite l’inconscio e non si riesce a gestirlo.
Certo, si è persa l’ultima guerra. Ma non sarà il caso di svincolarsi dalle pastoie dell’atlantismo, che ha ormai fatto il suo tempo e non ha nulla da dare ma, in compenso, tanto da prendere…? De Gasperi non poteva fare altro, ma forse ora si potrebbe iniziare a rifletterci un po’. O no?
Nei miei ricordi di bambina ci sono tante cose: in casa parlavano di Nenni con grande stima per esempio. O sentivo parlare di Oriana che da adolescente aveva portato messaggi e pistole ai partigiani nascosti nei boschi attorno a Firenze. Gente tosta quindi, abituata a ragionare sulle cose.
Ora a 70 anni devo sentire che qualcuno in Europa toglie Dostoevskij dai programmi scolastici… Si danno i numeri, dunque.
La letteratura russa dell’ ‘800 è stata e rimane al top, piaccia o no.
E si potrebbe magari anche ricordarsi ogni tanto che Hitler la guerra l’ha persa in Russia nell’inverno tra il ’92 e il ’93, alla battaglia di Stalingrado: e in guerra son deceduti venti milioni di russi. Oltre ai milioni di vittime di altre nazioni, ovviamente. Ciò che è accaduto dopo, non dovrebbe far dimenticare tutto ciò. La mia generazione certe cose le sapeva, ma adesso…? Perché dimenticarle?
Per scarsa autostima? Per masochismo?
Non sarebbe meglio se l’Europa recuperasse un po’ di dignità, di consapevolezza di sé? Di senso delle radici, appunto.
Che bello avere un Cicerone che in senato diceva: “Quo usque tandem abutere,Catilina, patientia nostra?” Ovvero: fino a quando Catilina abuserà della nostra pazienza…? Ma oggi il nemico è ben altro, e non ha la visibilità che aveva nel I sec. a.C.
Il nemico peggiore è comunque dentro di noi, ci distrugge dall’interno senza che ce ne accorgiamo.
E rimane lì, in attesa di una nostra presa di coscienza.
Sandra Fallaci©