‘Lo Specchio e la Tela’
“LO SPECCHIO E LA TELA”
di Roberto Chiavarini
Quando avevo circa 16 anni, frequentavo lo Studio di un Medico, che si trovava in viale Commenda a Brindisi, dove mi recavo spesso per delle ricette di mia zia e di mia madre.
Il Dott. Donateo, questo era il suo cognome, che era anche uno stimato specialista, uomo colto e di una certa età, mi diceva spesso che da grande avrei dovuto fare il medico, perché, quando esponevo un concetto, avevo delle particolari caratteristiche analitiche, fondamentali per quella professione.
Altre volte, avevo la netta impressione che volesse trasferirmi le sue esperienze scientifiche e parlava e parlava, a bassa voce, un po’ rauca e velocemente, caratteristica, questa, che lo contraddistingueva, comunque senza mai soste e/o pause di sorta.
Un giorno, mi raccontò di una donna sua assistita, che si era recata presso il suo Studio, perché aveva dei problemi all’utero.
E per timore di quella visita specialistica, la paziente si era fatta accompagnare da una sua amica
Quando il Medico finì di visitarla, rassicurò la sua assistita dicendole che non soffriva di nulla, se non le solite problematiche legate alle donne.
Poi, rivolgendosi alla amica della sua paziente, le disse, sentenziando:
“…Signora, Lei piuttosto, faccia i dovuti accertamenti, perché secondo me, potrebbe avere un tumore all’utero…”.
La Signora si spaventò, rifiutò quella asserzione del medico, al quale garantiva di non accusare alcun sintomo.
Tornata a casa, quella signora destinataria di una ipotesi così nefasta, ne parlò al marito.
Insieme decisero di recarsi immediatamente dal loro medico di famiglia e, questi, non ebbe alcuna difficoltà ad evidenziare le grandi qualità umane e professionali del suo collega, il Dott. Donateo.
Da li, il passo per gli accertamenti, divenne brevissimo.
Ebbene, la diagnosi fu proprio quella ipotizzata dal Dott. Donateo.
La signora, ricoverata d’urgenza, fu operata tempestivamente, debellando, così, quel terribile male
Una volta terminata la convalescenza, intese andare con il marito dal Dott. Donateo, per ringraziarlo di quella premonizione, che le aveva salvato la vita
Giunti nel suo Studio, il marito, chiese al Dottore come avesse fatto ad intuire che sua moglie fosse affetta da un male così terribile
Il Dott. Donateo rispose:
“…Veda, Signore, bisogna avere la predisposizione analitica per saper leggere il linguaggio della natura, poiché sul “volto” di una persona, c’è scritto tutto…”.
…lo stesso paziente, dotato di analisi percettiva, guardandosi allo specchio, potrebbe accorgersi quando la sua salute, segnala sul suo volto delle criticità in atto.
Un racconto, quello del Dott. Donateo, che mi impressionò e non poco.
Dopo una trentina d’anni, mi ritrovai con un mio amico, Professore di Storia dell’Arte di un Liceo di Lecce, di grande esperienza nel campo delle Arti Visive.
Mentre eravamo intenti ad osservare il dipinto di un Pittore napoletano che vive nel Salento, ad un certo punto mi accorsi, dall’analisi dei colori e da un particolare tecnico, che quell’Opera era stata copiata, magari da una cartolina di un paesino della sua Campania, al quale quell’Artista era affettivamente legato.
Togliendosi gli occhiali, il mio amico Professore, mi disse:
“…Bravo Roberto, hai una suggestiva predisposizione, acuta ed analitica, che ti consente di leggere il linguaggio dell’Arte…poichè, in una tela, c’è scritto tutto, dalla quale emerge perfino l’anima del sue esecutore.
Parole molto simili a quelle pronunciate dal Dott. Donateo 30 anni prima, ma in un altro campo scientifico.
Perché, Arte e Scienza, viaggiano su due binari paralleli per giungere, infine, allo stesso medesimo risultato
Fu allora, che mi ricordai di un antico aforisma, o qualcosa di simile, che lessi tantissimo tempo prima, che recitava più o meno così:
“…l’uomo, teme due oggetti su tutti:
LO SPECCHIO E LA TELA:
“LO SPECCHIO…
…perché riflette le criticità di un volto…
LA TELA…
…perchè riflette le criticità dell’anima .
ROBERTO CHIAVARINI
Opinionista di Arte e Politica