La fiducia
In questi tempi d’incertezza, non solo politica, assume particolare valore il termine “fiducia”. Inteso, appunto, come segno di coerenza che coinvolge chi la sostiene e il complesso di realtà alle quali è rivolta. Insomma, essa rappresenta una sorte di “contratto”, non solo morale, la cui importanza sarebbe da onorare. Ora più che per il passato.
Riteniamo, di conseguenza, che quest’oggettività debba essere rivalutata. Con tutta la dignità che merita. La”fiducia” racchiude un insieme d’atteggiamenti che vanno ben oltre la coerenza e viene a essere parte del carattere di chi la evidenzia. Anche sotto il profilo politico.
Non a caso, resta reale il motto: “La fiducia è una cosa seria”. Insomma, per meritare “fiducia” si deve essere in grado di meritarla. Col modo di comportarci e nel gestire, col criterio ritenuto migliore, tutti i fatti che destano coinvolgimento sociale.
Se è difficile meritare “fiducia”, molto più semplice è perderla. Magari per una serie d’eventi non direttamente voluti, ma tangibilmente capitati. Perché se “promettere”, è importante, “mantenere” lo è assai di più. Soprattutto quando l’attuazione dei progetti si base proprio sulla “fiducia”di chi li propone.
Molti cardini della realtà umana cominciano con la “fiducia”. Che rappresenta, in definitiva, uno stato di fatto che può ridare forza a una promessa; forse, apparentemente, dimenticata.
Tra la “promessa” e la “realizzazione” dei suoi contenuti c’è, appunto la “fiducia”. Una certezza politica non sempre valutata nella sua effettiva dimensione.
Giorgio Brignola
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