Genitorialità: parola chiave, “sufficientemente buona”
Sfide, imperfezioni, amore incondizionato, un viaggio per crescere insieme ai propri figli.
Dal mondo – Essere dei buoni genitori è una sfida che si affronta giorno dopo giorno insieme al proprio figlio.
Non esistono regole fisse da seguire o corsi da frequentare per imparare ad essere genitori, è un ruolo che si impara vivendo, ed è un percorso di scoperta continuo caratterizzato da fasi di crescita e sfide sempre nuove da affrontare. Ogni genitore si trova costantemente a dover riflettere su come essere il migliore genitore possibile per il proprio bambino, e questo impegno richiede tempo, dedizione, attenzione e tanto, tanto amore.
Essere genitori è un impegno costante che coinvolge ogni aspetto della vita quotidiana. Dal momento della nascita del bambino, quando si devono gestire i nuovi equilibri familiari e prendersi cura di un neonato, alla crescita del figlio, quando si devono affrontare decisioni educative importanti con attenzione e consapevolezza.
Le notti insonni, i pianti da lenire e le incertezze sui migliori modi per aiutare il proprio bambino sono solo alcune delle sfide che i genitori devono superare, ogni fase del percorso di crescita dei figli porta con sé nuove sfide e scelte da affrontare, che richiedono un forte impegno e un amore incondizionato.
La genitorialità è un viaggio emozionante che viene percorso insieme ai propri figli, mano nella mano. Lungo il cammino si commettono errori, ma si ottengono anche piccole vittorie, per questo, crescere insieme, sia come adulti che come bambini, è un’esperienza unica che porta ad un continuo apprendimento reciproco.
A volte, ci si può sentire insicuri in situazioni complesse, perdere la pazienza o dubitare delle proprie capacità, nessun problema, essere genitori significa affrontare ogni situazione con forza e calma, imparando giorno dopo giorno dagli insegnamenti che i momenti di vita offrono.
Proprio così, essere genitori mette alla prova, ma contestualmente offre anche l’opportunità di crescere e migliorare il legame speciale con i propri figli. È un percorso in costante evoluzione, che arricchisce facendoci diventare persone migliori.
Il rapporto genitore-figlio è fondamentale e va coltivato con cura ogni giorno.
Spesso accade che un genitore non riesca a vivere il proprio ruolo con tranquillità. Sentirsi inadeguati o impreparati a gestire determinate situazioni può portare a vivere conflitti all’interno della famiglia, destabilizzando gli equilibri domestici in quanto essere genitore, non è mai facile, non esiste un manuale di istruzioni che guidi passo dopo passo. Ci si trova a imparare giorno dopo giorno, spesso attraverso l’esperienza diretta. Ma la paura di non essere all’altezza, di commettere errori, è costante.
Molti genitori di oggi si trovano spesso a lottare con il timore di fallire, di non essere abbastanza bravi nel ruolo che rivestono, e di causare danni irreparabili ai propri figli.
Il desiderio di essere il genitore perfetto, soprattutto, la madre perfetta, sembra essere un mito inattacabile.
Hermann Ebbinghaus, uno psicologo tedesco noto per i suoi esperimenti sulla memoria, affermò che “nessuno può essere perfetto ed è normale commettere degli errori lungo il cammino”. La sensazione di camminare su un filo sottile è diffusa, alimentata dal costante confronto con gli standard irrealistici imposti dalla società.
Ma è importante ricordare che fare del proprio meglio, è ciò che conta davvero nella genitorialità. Ai nostri figli non servono genitori perfetti, ma genitori autentici, capaci di sbagliare e di imparare dai propri errori. L’importante è essere presenti, ascoltare, supportare e amare i nostri figli incondizionatamente, accompagnandoli nel loro percorso di crescita con sincerità e compassione.
In questa società complessa in cui viviamo, in questo momento storico così delicato, è importante assumersi il compito di fare tutto il possibile per garantire il benessere dei nostri figli durante il loro processo di crescita.
Donald Winnicott, un famoso pediatra e psicoanalista britannico, introdusse il concetto di genitorialità “sufficientemente buona“. Secondo lui, una madre o un padre sufficientemente buoni sono coloro che riescono a fornire al proprio bambino un ambiente sicuro, stabile e prevedibile, caratterizzato da un’attenzione amorevole alle esigenze del bambino, senza però essere soffocante o invadente.
Il genitore sufficientemente buono è anche in grado di fornire al bambino la giusta quantità di stimolazione e sostegno, senza in alcun modo esagerare o forzare il suo sviluppo.
Winnicott sottolinea l’importanza di errori e imperfezioni nella genitorialità, poiché sono parte integrante del ruolo di genitore. I genitori non sufficientemente buoni, tuttavia, possono avere difficoltà ad ascoltare le ansie dei bambini senza lasciarsi sopraffare, il che può avere conseguenze negative sulla crescita e sulla vita adulta.
Il diffondersi dei social media ha introdotto un’incessante pressione di apparire impeccabili in ogni aspetto della propria vita. Le foto di famiglie perfette, corpi in forma, cibi gourmet e viaggi da favola hanno creato un’illusione di perfezione che spesso fa sentire inadeguati.
Anche la genitorialità non è immune a questo fenomeno. I genitori sui social sembrano sempre sereni, felici e in controllo, con figli ben educati e sorprendentemente impeccabili.
Ma la realtà, spesso e volentieri, è ben diversa!