Emergenza climatica nel 2024
Parlare di emergenza climatica è complesso, non per la difficoltà degli argomentati trattati ma semplicemente per la quantità di argomenti che tratta.
Un tema capace di contenere dall’ energia rinnovabile ai movimenti culturali, da essere considerato il più importante e fondamentale argomento di discussione al prossimo G7 a speculazione propagandistica.
Una tale quantità di informazioni può essere forviante per chi si avvicina per la prima volta a questo fenomeno o per chi vuole semplicemente approfondire, complice gli inevitabili attriti economici tra energie fossili e rinnovabili con tutti i risvolti politici che ne conseguono. Tralasciando queste tematiche e affrontando l’ argomento in maniera analitica ovvero dati alla mano lo scenario è preoccupante. Al 35esimo congresso geologico internazionale è emerso che il cambiamento climatico che stiamo osservando è un fenomeno sufficientemente rilevante da essere inserito nella scala dei tempi geologici: L’ Antropocene, l’era geologica appena catalogata dagli scienziati, deve il suo nome al decisivo impatto causato dall’uomo sulla vita del pianeta terra, che ha visto mutare i propri cicli millenari. Tale era inizia all’incirca a metà del 900 e i principali fattori che la compongono sono le temperature terrestri più elevate, l’innalzamento dei livelli dei mari, le ceneri provenienti dal carburante fossile, i rifiuti plastici, l’estinzione di migliaia di specie animali ogni anno.
Secondo Mike Barrett direttore esecutivo della conservazione del WWF è la più grande estinzione di massa dall’ epoca dei dinosauri. La temperatura media del mese di gennaio 2024 ha raggiunto i 13,14 gradi centigradi, pari 0,70 gradi sopra alla media, confermando che lo scorso Gennaio è il più caldo mai registrato dall’ inizio delle misurazioni di Copernicus. Il 4 giugno 2021 viene installato il primo orologio sul clima in italia e il quarto a livello mondiale in via Cristoforo Colombo a Roma che altro non è che un orologio digitale con un conto alla rovescia che ci indica quanto ci resta prima che si raggiunga il punto di non ritorno ovvero superata la soglia 1,5 gradi provocherebbe un aumento di eventi metereologici estremi e il pericolo della scomparsa di tutti i coralli dal mare; quale sarebbe lo scenario se non riusciamo ad arrestare tali eventi? Il Breakthrough National Centre for Climate Restoration di Melbourne (Australia) ha rilasciato un rapporto scientifico nel quale fa emergere la possibilità della scomparsa della razza umana entro il 2050 a causa dei cambiamenti climatici.
Nel rapporto vi è anche la possibilità di evitare una simile catastrofe ma occorrerebbe una mobilitazione di massa su scala globale contro le emissioni della CO2 pari a quella avvenuta nella seconda guerra mondiale , se non riusciamo ad arginare questo fenomeno il 35% della superficie della terra e il 55% della popolazione mondiale saranno esposte a ondate di calore mortali per venti giorni all’anno così roventi da non essere compatibili con la nostra sopravvivenza e di conseguenza collasseranno ecosistemi come la foresta Amazzonica, l Artico e le barriere coralline; la disponibilità dell’acqua crollerà in tutto il mondo e un miliardo di persone saranno costrette a trasferirsi altrove per non morire. Il 2023 è stato l’anno dei record negativi per il clima secondo uno studio pubblicato sul BioScience Journal dell’Oxford Academy. Tra i tanti record abbiamo quello della temperatura dell’ area e quella degli oceani, l’ estensione della calotta Antartica; quasi 12 mila persone hanno perso la vita a causa da fenomeni atmosferici violenti facendo segnare un aumento del 340% rispetto al 2022. In italia siamo di fronte a una crisi climatica senza precedenti secondo Legambiente con la morte di 31 persone e danni miliardari su tutto il territorio.
Incredibile se pensiamo che l’ Accordo di Parigi sul clima basato sui piani nazionali di 75 paesi che prevedeva l’ abbattimento di emissioni di CO2 evitando di fare salire la temperatura media oltre il fatidico 1,5 gradi entro il 2030, ebbene secondo Niklas Hohne ( Climate Action Tracker) attuando questi piani nazionali le emissioni continueranno ad aumentare stabilmente. Una contraddizione nel senso più preoccupante del termine ovvero ignorare la più grande minaccia a livello globale continuando a incrementare il problema non rispettando trattati emessi dai stessi paesi per salvaguardare un futuro sempre più inesorabilmente vicino.