In Italia 59 siti sono stati riconosciuti “patrimonio dell’ Unesco”
di Carmen Bilancio
Il nostro bel paese è pieno di bellezze paesaggistiche e archeologiche che attirano visitatori da tutto il mondo, considerando che in Italia ben 59 siti sono stati riconosciuti “patrimonio dell’ Unesco”. Tra essi si annoverano città, isole, ville ,siti archeologici e dimore storiche. Se è vero che possiamo cercare su Internet tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno, rimanendo comodamente seduti davanti al computer , è altrettanto credibile l’autenticità delle notizie che possiamo reperire recandoci direttamente nei luoghi che vogliamo visitare, dove guide esperte fanno rivivere al visitatore la storia attraverso i loro racconti e aneddoti.
In Campania, precisamente in provincia di Caserta , possiamo visitare La Real Tenuta , detta anche Reggia di Carditello , affidata dal 2016 alla Fondazione Real sito di Carditello, un ente privato che si occupa di valorizzare il complesso , dopo anni di declino e incuria. La parola Carditello deriva dal latino carduus, cardo, un fiore alto e spinoso che cresceva all’interno della cinta muraria per rendere impossibile l’accesso.
Fu Carlo III ad individuare nel 1744 il luogo dove sarebbe dovuta sorgere la Reggia , che sarebbe stata utilizzata come casa vacanza per praticare la caccia, di cui il re era un appassionato. Fu ,però, suo figlio Ferdinando IV a trasformarla in una piccola azienda agricola. Nel 1787 cominciarono i lavori realizzati sotto la guida di Francesco Collecini, allievo di Luigi Vanvitelli, architetto e pittore che realizzò sempre per i Borbone la Reggia di Caserta.
All’entrata della Reale Tenuta è visibile il cosiddetto Galoppatoio, dove si svolgevano i caroselli dei cavalli a cui i regnanti assistevano dal tempietto presente al centro dell’ippodromo, in cui sono visibili anche due obelischi con fontane, di stile neoclassico. Il popolo assisteva a questi eventi , invece, dalle mura gradonate, alle spalle del galoppatoio. La razza di cavalli allevata dai Borbone era quella persano, perché ritenuto il miglior cavallo da guerra dell’epoca. Una decina di cavalle della suddetta razza vengono ancora oggi allevate.
Entrando all’interno della scuderia, un proiettore fa rivivere la storia di quegli anni, attraverso tante immagini che vengono illustrate da re Carlo III, riprodotto virtualmente, che racconta i fatti storici della sua famiglia , spiegando ai visitatori tutto ciò che si accingeranno a vedere nella reggia, catapultati in un passato da cui uscirne pieni di stupore e meraviglia.
Entrando nella palazzina centrale, il primo ambiente era occupato dalla cucina; al primo piano ,invece, si aprivano gli appartamenti nobiliari. Nulla, però, è rimasto del mobilio, andato distrutto con l’arrivo dei Francesi, mentre si sono conservati dei quadri , molti dei quali rappresentano nature morte, scene di vita quotidiana , ma anche quello che mangiavano i regnanti, tra cui datteri, molluschi e nocciole. Diverse le sale da visitare: da menzionare la sala da pranzo perchè aveva originariamente a terra un’apertura centrale che permetteva di far salire direttamente dalla cucina la tavola imbandita per i regnanti, detta anche “tavola matematica” , di origine francese; il salone della feste, la cui volta rappresenta l’apoteosi di Enrico IV, attraverso il quale si vuole tessere un elogio alla genealogia borbonica ; la stanza della regina ornata con colonne come se fosse un tempio dedicato a Diana .
Dagli appartamenti reali, inoltre, si accedeva ai palchetti in cui il re e la regina potevano assistere alle funzioni che si celebravano all’interno della Chiesa dell’Ascensione, presente all’interno sempre della palazzina centrale.
Altre le sale da visitare ma vale la pena conoscere questo posto, forse non conosciuto come la famosa Reggia, ma che ha ugualmente un valore inestimabile, come lo ha tutto ciò che parla della nostra storia , degno di essere ricordato, ovvero richiamato nel cuore.
Carmen Bilancio
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