La barbarie del capitalismo: omicidi sul lavoro

La barbarie del capitalismo: omicidi sul lavoro
OMICIDI SUL LAVORO: LA BARBARIE DEL CAPITALISMO
Satnam Singh era un lavoratore bracciante indiano senza permesso di soggiorno, la cui terribile morte è stata procurata da un macchinario il quale gli ha tranciato di netto un  braccio e spezzato le gambe.
Ma il padrone di una azienda agricola di Latina anziché portarlo subito all’ospedale, ha ordinato ad un suo caporale di portarlo via ed abbandonarlo per la strada, inoltre ha tolto tutti i cellulari agli altri operai onde impedire di chiamare in soccorso l’ambulanza … un vero assassino che in precedenza aveva già avuto contenziosi legali per il Caporalato.
Occorre rilevare come questo terribile omicidio padronale , sia stato preceduto da altre stragi impressionanti:
  • I 5 operai morti a Brandizzo in Piemonte mentre stavano facendo la manutenzione ai binari delle FF.SS.
  • I 5 operai sepolti dalle macerie di cemento nel cantiere Esselunga di Firenze;
  • I 7 morti avvenuti nella centrale elettrica di Bargi a Bologna;
  • I 5 morti a Casteldaccia in Sicilia di operai addetti alle manutenzioni fognarie , uccisi perché senza mascherine dalle esalazioni di idrogeno e solforato.
Ma gli omicidi sul lavoro  continuano con la media di oltre tre morti al giorno e circa 1.400 morti l’anno… nello stesso giorno dell’omicidio di Satnam Singh, un altro operaio a Mantova,  è stato risucchiato e stritolato dai rulli di una macchina che stava pulendo , mentre il giorno successivo è scoppiata una fabbrica di alluminio a Bolzano con 5 feriti gravi di cui uno morto successivamente .
 Una tragedia che dalle “autorità di governo” e dalle Associazioni padronali,  non viene fermata. Anche i propositi espressi  da parte di chi ci governa , con i ridicoli “impegni della  ministra del lavoro “ rispetto a maggiori controlli da parte degli Ispettorati del lavoro , sono solo dei palliativi.
Quello che è avvenuto a Latina,  fa parte di un progetto voluto dalle destre al governo che passa attraverso una legge chiamata “Bossi Fini” la quale prevede che i lavoratori migranti economici, quelli senza il diritto a asilo politico o senza essere stati chiamati in Italia per lavorare, sono considerati clandestini .
Cosa avviene per chi è considerato clandestino ? Questo:
 Ad esempio  , nel 2023 sono sbarcati in Italia 158.000 migranti, l’87% di loro sono economici , circa 120.000 i quali vengono detenuti temporaneamente nei CPR  e dopo il Prefetto gli da un foglio di espulsione . Ma non essendoci nessun accordo con i Paesi di provenienza, nessuno di loro viene riaccompagnato  nel proprio Paese e tutti restano in Italia senza diritti i quali per non morire di fame e vivere sono obbligati a lavorare a nero per pochi  euro l’ora accettando le condizioni dei padroni anche tramite i loro “Caporali”.
Si calcola che in Italia ci siano solo nel settore agricolo 430.000 stagionali a nero , ma molti migranti economici considerati clandestini sono anche alla mercede di vere e proprie cosche  mafiose e di spacciatori. Nelle galere italiane  la percentuale degli stranieri e di 330 superiore a quella degli italiani perché non sanno come fare a sopravvivere.
La soluzione dovrebbe passare dalla cancellazione della legge Bossi Fini e la regolarizzazione dei lavorato economici considerati clandestini. Cosa che il governo non vuole fare , buttando fumo negli occhi con i CPR costruiti in Albania ma che dopo verranno lasciati tutti in Italia sfruttati a nero e spesso morti sul lavoro.
Oltre che in agricoltura  la situazione è grave in tutti i settori, soprattutto in quello edilizio,  e in  tutte le aziende, perché l morti sul lavoro sono programmate dalla natura stessa del capitalismo liberista !
E’ Il sistema capitalistico basato sulla ricerca del massimo profitto che crea gli omicidi sul lavoro.
Tutta la logica delle leggi fatte da Salvini che liberalizzano i contratti di appalti al massimo ribasso , con catene di appalti e subappalti,  sapendo che ciò significa che le imprese per guadagnare di più , cercano di risparmiare sui costi della sicurezza e del lavoro causando più morti;
Tutta la logica della legge n. 30 del 2003  fatta da Berlusconi che prevede 45 forme di lavoro precario, flessibile, frantumato e pagato miserabilmente porta più morti sul lavoro;
Con i sindacati di comodo costruiti dai padroni con i quali fanno contratti pirata e pagano gli operai 3 / 4 ore l’ora;
Tutta la logica della legge n. 34 Jobs Act, fatta da Renzi nel 2014, che toglie il diritto ai lavoratori a non essere licenziati se non c’è una giusta causa ed i medesimi sono costretti  a lavorare senza condizioni di sicurezza oppure vengono licenziati dal padrone .
Ma i morti, o meglio gli omicidi sul lavoro sono causati non  soltanto  dalla mancanza di investimenti per la  prevenzione alla fonte sui macchinari , ma  anche e soprattutto dalle condizioni organizzative del lavoro, con i carichi di lavoro ed i ritmi intensificati, con gli orari di lavoro allungati, con la fatica e lo stress che aumenta, con le sicurezze sugli impianti che spesso vengono tolte per produrre di più, con la mancanza di formazione, informazione ed addestramento dei lavoratori.
Quindi non sono incidenti o infortuni sul lavoro , ma una guerra condotta dai capitalisti che già Marx nella prima “rivoluzione” industriale,  definiva “logorio della forza-lavoro, a causa di un modo di produzione basato sul massimo sfruttamento.
Una realtà che  va profondamente cambiata, ma che credo non bastino  quattro referendo promossi dalla CGIL anche se sono giusti da sostenere…
 Occorre ben altro.
 A mio parere la CGIL dovrebbe promuovere una piattaforma rivendicativa non solo sui problemi della sicurezza sul lavoro con la eliminazione di tutte le leggi che hanno deregolamentato  il mercato del lavoro e depenalizzato le imprese, ma anche con la richiesta del ripristino della scala mobile, il salario minimo di legge, l’incrementi delle pensioni medio basse, l’incremento dei salari, la difesa e sviluppo della sanità pubblica, l’abolizione della riforma pensionistica “Fornero/Meloni” e ripristino del sistema retributivo con 60 anni di età e 40 di contributi, la difesa e riforma della scuola pubblica.
La CGIL rappresenta circa 5,5 milioni di iscritti… una forza che può essere trainante se con la suddetta piattaforma rivendicativa va nelle fabbriche  e nei territori,  la discute  ed emenda con i lavoratori e con pensionati, per dopo approvarla ed aprire con confronto vertenziale e conflittuale , con gli scioperi necessari fino alla conquista di quanto richiesto.
Credo che quello che sta succedendo in Italia rispetto al disastro  sociale, ai morti sul lavoro ed al disastro che si annuncia con L’Autonomia Differenziata , con la Controriforma della Giustizia, con il Premierato Forte…  stia facendo crescere una forte rabbia anche se ancora non generalizzata… ma essa va raccolta e guidata   non a parole ma con le lotte nelle fabbriche nei territori, e generale … altrimenti tutto resterà una rassegnazione nichilista … con i ceti più deboli e subordinati , che non andranno nemmeno più a votare.
Umberto Franchi

Redazione

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