Tutta l’Europa a destra tranne uno: il Regno unito vota il 4 luglio, maggioranza probabile per i laburisti
Per le elezioni del 4 luglio, annunciate a fine maggio, pare ci sia solo un cavallo in gara, la possibilità di vittoria per il conservatore Sunak ormai esclusa.
Dall’inizio del nuovo anno si sono avvicinate al premier Sunak centinaia di giornalisti, interrogandolo sulla data precisa delle elezioni, lui sempre rispondendo con una certa vaghezza … In un primo tempo, il capo di governo aveva promesso che avrebbe passato per lo meno il periodo estivo nella sua casa di Downing Street, prima di chiamare i britannici alle urne in autunno. Però a fine maggio, in una giornata di pioggia torrenziale, Sunak decise di rovesciare tutto, annunciando al popolo elezioni per il 4 luglio, evitando così un peggioramento della sua autorità durante il periodo estivo, stagione in cui nessuno vorrebbe fare campagna elettorale.
Al momento dell’annuncio si sapeva già da tempo che i risultati non sarebbero andati a favore del premier uscente, primo ministro da soli 18 mesi. È il quinto capo di governo conservatore dalle elezioni dell’ormai lontano 2010, quando vinse Cameron, rimasto in Downing Street per ben 6 anni. Dal momento delle dimissioni di Cameron nel 2016, date dopo il fallimento spettacolare del referendum sull’Ue per il suo governo, catastrofe che portò all’uscita dall’Ue, la scena politica del paese oltremanica è diventata sempre più divisiva, travolgendo i confini tra i partiti tradizionali.
Le elezioni di cinque anni fa arrivarono dopo un periodo di instabilità provocata dal passaggio della legislatura sancendo la Brexit: Boris Johnson, allora appena divenuto primo ministro, ricevette finalmente la maggioranza necessaria per il passaggio dei ddl riguardanti l’uscita dall’Ue, leggi che non si era riusciti a sancire durante la legislatura scorsa con tutti i partiti oppressi da franchi tiratori. In sostanza, elezioni organizzate a scopo di eleggere una maggioranza forte per portare a buon fine il progetto della Brexit.
I 5 anni trascorsi da allora, però, non sono stati mica facili. Solo pochi mesi dopo iniziò la pandemia, portando alla fine della vita normale che conoscevamo, con tutta attenzione diretta verso il servizio sanitario nazionale NHS, che faticò a fronteggiare una crisi talmente drastica. Il periodo, però, istaurò una forte comprensione tra il popolo della sfida di essere medici e infermieri, rafforzando un’importanza politica già molto presente di tutto ciò che riguarda la NHS. La sanità è – senza ombra di dubbio – uno dei primissimi temi in ogni campagna elettorale, varie inchieste sondaggistiche dimostrando che la sanità pubblica rappresenta anche una fonte di orgoglio per i britannici.
Tuttavia, giornalisti continuano a prestare attenzione alla stanchezza e la mancata attenzione per quanto riguarda la tornata elettorale. I giovani – soprattutto entusiasmati dalla proposta del laburista Corbyn cinque anni fa – troverebbero poco d’interesse tra le proposte dei principali partiti che sembrano distinguersi poco tra di essi. Che si tratti della guerra in medio-oriente o come risolvere il caro vita – tema attualissimo dopo i rincari della Brexit – i due partiti propongono programmi indifferibili, dunque è fortemente improbabile che si vedranno grandi cambiamenti dal Regno unito nel futuro prossimo, chiunque vinca le elezioni del 4 luglio.
di O. Hearn