Alberto Moravia ed Elsa Morante: opere a confronto

Alberto Moravia ed Elsa Morante: opere a confronto
Moravia

Alberto Moravia ed Elsa Morante, due degli autori più significativi ed emblematici della storia della letteratura italiana contemporanea, nonché protagonisti del matrimonio più tempestoso del Novecento.

I due si incontrarono per la prima volta nel 1936 in una birreria di Roma: al tempo Moravia era già un autore affermato, noto alla critica letteraria per il romanzo d’esordio “Gli Indifferenti”, pubblicato a soli 22 anni. Al primo, fulminante incontro, seguiranno cinque anni di viaggi, intensi scambi intellettuali, fughe romantiche ad Anacapri, fino al matrimonio nel 1941. Moravia ormai non riesce a fare a meno dell’amata Elena: chiede la sua mano senza alcun anello, solo con un mazzolino di mughetti.

Fu un matrimonio fondato su una sostanziale inconciliabilità: a una donna passionale, incapace di rinunciare alla propria libertà, fa da contrappunto un uomo razionale, pessimista. Questa distanza, questi due modi così diversi e discordanti di intendere la vita, l’amore, il mondo, porterà al divorzio tra i due. La separazione siglata, di fatto, non sarà mai definitiva: tra i due prevarrà sempre la stima intellettuale, l’ammirazione nei confronti dell’altro, un legame indissolubile che va ben oltre il vincolo matrimoniale.

Questo fil rouge che si rintraccia nella vita dei due autori, di fatto appare molto chiaramente nelle loro opere. La connessione è ben visibile, tra l’altro, in due romanzi di formazione, “Agostino” pubblicato da Moravia nel 1944, e “L’isola di Arturo” romanzo che valse alla Morante il Premio Strega del 1957.

Nel romanzo di Moravia il protagonista è un omonimo ragazzino di tredici anni che, orfano di padre, trascorre le vacanze estive con la madre in Toscana. Il rapporto morboso che c’è tra i due viene improvvisamente interrotto quando la giovane donna fa la conoscenza di Renzo, un giovane locale. L’interesse nato tra i due lascia in disparte Agostino che, grazie all’incontro con Berto attraversa un rapido e inarrestabile processo di maturazione che lo condurrà ad abbandonare definitivamente l’età infantile e passare alla turbolenta fase adolescenziale. Questo processo di maturazione avverrà mediante la scoperta della sessualità intesa, nelle pagine del romanzo, come fondamentale e primitivo rito di iniziazione: Agostino conoscerà l’amore omosessuale, tenterà di accedere a una casa di prostitute, spierà da una finestra una donna nuda. Eppure, anche Agostino è un indifferente: la conoscenza del sesso non sarà mai, per lui, esperienza diretta.

Temi, contesti e intrecci presenti in “Agostino” possono essere rintracciati nelle pagine del romanzo della Morante “L’isola di Arturo”. Alla base c’è un rapporto indissolubile tra il giovane Arturo e suo padre, Wilhelm Gerace. Arturo è orfano di madre e vive sulla solitaria Procida, nella “Casa dei guaglioni” spesso solo: i continui viaggi del padre lo rendono un personaggio mitico agli occhi del figlio, un moderno Ulisse. La svolta avviene quando sull’isola sbarca Nunziatina, che Wilhelm ha sposato in segreto e dalla quale aspetta un figlio. L’universo di valori e certezze di Arturo crolla: in una fase di totale ribellione sperimenta il sesso, l’amore, la gelosia, l’attrazione verso l’altro sesso, fino alla terribile scoperta dell’omosessualità paterna. L’ingresso nell’adolescenza sarà segnato, simbolicamente, dall’abbandono dell’isola, a cui nulla più lo lega.

La storia di Agostino si riflette e si riconosce in quella di Arturo: due ragazzini alle soglie dell’adolescenza, l’estate come stagione privilegiata della maturazione, la delusione nei confronti dei genitori, la scoperta del sesso come iniziazione alla vita adulta.

di Francesca Terminiello

foto Wikipedia

Redazione

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