Rilevanza degli Istituti di Ricerca nelle Relazioni Internazionali: confronto tra IAI e ISPI

Rilevanza degli Istituti di Ricerca nelle Relazioni Internazionali: confronto tra IAI e ISPI
Europan flags at the european parliament

Analisi delle funzioni, metodologie e sfide degli Istituti Italiani nella promozione della conoscenza globale.

L’Istituto Affari Internazionali (IAI) e l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) costituiscono due fondamentali referenti nel campo della ricerca e dell’analisi delle relazioni internazionali in Italia, con obiettivi comuni, alla promozione della conoscenza e del dibattito pubblico su quelle che sono le questioni di rilevanza globale, contribuendo in modo significativo alla formazione dell’opinione pubblica e delle élite politiche.

Entrambi gli Istituti condividono l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sui problemi internazionali mediante attività di ricerca e diffusione di analisi approfondite, avvalendosi di un approccio multidisciplinare che integra diverse aree del sapere.

La loro opera è riconosciuta a livello internazionale, caratterizzata da un’attiva partecipazione a reti di think tank e collaborazioni scientifiche.

Nonostante le evidenti similitudini, sussistono anche delle differenze tra i due Istituti. Fondamentalmente, l’IAI si distingue per il suo focus sull’Unione Europea, sulla politica estera italiana e sul Mediterraneo, mentre l’ISPI tende a concentrarsi su analisi di tipo geopolitico e geoeconomico a livello globale. Le metodologie di ricerca impiegate possono anch’esse divergere, con l’IAI e l’ISPI che enfatizzano rispettivamente aspetti quantitativi o qualitativi in base alla loro specifica impostazione analitica.

L’Istituto Affari Internazionali (IAI), è il punto di riferimento per lo studio delle relazioni internazionali in Italia. Caratterizzata da una lunga storia, solida reputazione accademica e impegno nel promuovere l’integrazione europea che ne fanno un’Istituzione unica nel suo genere.

Trova le sue origini nel 1965, grazie all’iniziativa di Altiero Spinelli, figura di spicco tra i padri fondatori dell’Unione Europea. La creazione di un centro di studi indipendente mirava a stimolare il dibattito sulle relazioni internazionali fornendo un supporto concreto all’integrazione europea, seguendo il modello dei think tank anglosassoni per garantire una struttura che potesse adattarsi rapidamente alle evoluzioni del contesto internazionale.

L’autonomia dell’IAI, quale ente privato senza scopo di lucro, ha consentito il mantenimento di una ricerca e di un’espressione non solo libera ma anche e soprattutto, distintiva della sua missione. Fin dalle sue origini, l’IAI ha posto un forte accento sull’integrazione europea, in linea con la visione di Spinelli, collaborando al contempo con il governo e le istituzioni pubbliche per contribuire in maniera significativa alla definizione delle politiche estere italiane.

Le sedi dell’IAI non sono state selezionate casualmente; infatti, sorge in luoghi significativi del tessuto Istituzionale e culturale di Roma, come Palazzo Cipolla, un prestigioso edificio neorinascimentale che attesta l’importanza crescente dell’IAI e Palazzo Rondinini, anch’esso simbolo della resilienza dell’Istituto, malgrado l’attentato del 2001 rivendicato dai NIPR.

L’attentato dinamitardo in questione, ha costituito un episodio significativo nella storia dell’Istituto, essendo stato rivendicato dai Nuclei Iniziativa Proletaria Rivoluzionaria, legati alle Nuove Brigate Rosse. Avvenuto in un periodo di intensificazione delle attività di gruppi estremisti di sinistra in Italia, si colloca nell’ottica di una visione anti-establishment, colpendo un simbolo dell’integrazione europea, considerata dai terroristi un progetto da contrastare.

Questo attacco, non solo ha comportato gravi danni materiali al palazzo ma ha avuto un impatto psicologico profondo sul personale dell’IAI, costringendo l’istituto ad implementare misure di sicurezza rafforzate. Ad ogno modo, la solidarietà ricevuta a livello internazionale ha contribuito ad accrescere il prestigio dell’IAI. Post-incident, l’istituto ha mostrato resilienza, continuando le sue attività di ricerca e divulgazione senza interruzioni, mentre ha ampliato le collaborazioni internazionali, rafforzando la propria rete di relazioni a livello globale e aumentando la propria visibilità nel campo degli studi sulle relazioni internazionali.

Attualmente, l’IAI si distingue come uno dei think tank più influenti a livello internazionale, rinomato per la qualità della sua ricerca e per la sua capacità di anticipare le tendenze globali.

Un team di ricercatori altamente specializzati sono il punto di forza dell’IAI, una fitta rete di collaborazioni internazionali con università e think tank, nonché un’efficace strategia di comunicazione dei risultati delle ricerche.

La crescente competitività nel panorama dei think tank richiede un continuo processo di innovazione e adattamento. Allo stesso tempo, la diversificazione delle fonti di finanziamento si configura come una necessità per garantire l’autonomia dell’Istituto, il quale persegue tre obiettivi prioritari: ricerca scientifica, elaborazione di idee e strategie politiche, e formazione e diffusione della conoscenza riguardante i problemi internazionali nei settori della politica estera, dell’economia e della sicurezza, con l’intento di favorire il progresso dell’integrazione europea e l’evoluzione del mondo verso organizzazioni sovranazionali.

La suddivisione della ricerca dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) in otto programmi distinti rappresenta una strategia mirata che consente di affrontare una molteplicità di tematiche con un elevato grado di specializzazione.

Il primo programma si concentra sui processi decisionali all’interno dell’Unione Europea, analizzando le dinamiche tra gli Stati membri e le problematiche emergenti che influenzano le politiche europee. A seguire, l’indagine sugli attori globali, con particolare riferimento a Stati Uniti, America Latina, Asia e Russia, mira a comprendere le interrelazioni geopolitiche e le conseguenze di queste dinamiche per l’Italia.

Un focus specifico è dedicato alla regione del Mediterraneo, Medio Oriente e Africa, considerata cruciale per la sicurezza e la stabilità europea. In questo contesto, l’Istituto rivolge attenzione alle sfide inerenti la migrazione, il terrorismo e i conflitti regionali. L’ambito della sicurezza è ampio e comprende aspetti di difesa e controllo degli armamenti, oltre a questioni di sicurezza non tradizionale come il terrorismo, la criminalità organizzata e la cyber sicurezza.

L’analisi del settore della difesa si rivela essenziale per la comprensione delle dinamiche di potere internazionali e delle loro implicazioni per la sicurezza nazionale. Un’altra tematica di rilevanza riguarda le sfide legate all’energia, ai cambiamenti climatici e alla gestione sostenibile delle risorse naturali, cruciali nel contesto della transizione energetica.

Il programma sul multilateralismo e la governance globale esplora il ruolo delle organizzazioni internazionali e i meccanismi di governance in un contesto di crescente globalizzazione, mentre l’analisi della politica estera italiana consente di esaminare la coerenza delle scelte strategiche nazionali con gli obiettivi europei e globali.

L’IAI si caratterizza per l’eccellenza scientifica delle ricerche, il riconoscimento internazionale della loro qualità e la rilevanza politica dei risultati ottenuti, frequentemente citati nei dibattiti pubblici. Tuttavia, l’Istituto deve affrontare una crescente competitività nel panorama dei think tank, la continua ricerca di finanziamenti stabili e l’esigenza di adattarsi ai cambiamenti derivanti dalla digitalizzazione e dalla necessità di comunicare efficacemente con un pubblico sempre più vasto e diversificato.

L’analisi delle pubblicazioni dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) evidenzia il suo ruolo chiave nel tessere un collegamento tra la sfera accademica e il pubblico generale, con particolare attenzione alle dinamiche delle relazioni internazionali.

La strategia editoriale dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) si distingue per la sua coniugazione di rigore scientifico e accessibilità. Questo approccio si rivela essenziale nel posizionare l’IAI come un’autorità riconosciuta nel panorama della ricerca, fungendo da punto di riferimento per accademici interessati ad approfondire questioni specifiche, nonché per un pubblico più generale con l’intento di acquisire una comprensione delle dinamiche internazionali.

La finalità della strategia si estende a influenzare il dibattito pubblico rendendo i risultati delle proprie ricerche fruibili a un pubblico vasto, difatti, l’IAI contribuisce alla formazione di un’opinione pubblica consapevole e ha la capacità di incidere sulle decisioni politiche. La promozione della ricerca è un ulteriore obiettivo perseguito, in quanto la diffusione dei risultati stimola il dibattito scientifico e favorisce ulteriori approfondimenti tematici.

Le pubblicazioni dell’IAI si pongono in relazione con diverse categorie di lettori. The International Spectator, di stampo accademico, propone articoli di elevato rigore scientifico redatti da esperti di rilevanza internazionale. Global Politics and Security si rivolge ad un pubblico più ampio offrendo una panoramica delle questioni geopolitiche più rilevanti. Le IAI Research Studies e gli IAI Papers, articolazioni pensate per studiosi e decisori politici, forniscono analisi dettagliate sui risultati delle ricerche condotte. Gli IAI Commentaries, ridotti nei contenuti ma incisivi nell’analisi, sono pensati per un pubblico non specializzato. AffarInternazionali, rivista online, adotta un linguaggio chiaro e diretto per attrarre lettori generalisti.

L’impatto delle pubblicazioni è significativo su vari fronti: accademico, contribuendo al dibattito scientifico internazionale; politico, fornendo ai decisori strumenti analitici concreti; sociale, aumentando la consapevolezza dei cittadini riguardo le sfide globali; e mediatico, in quanto le opere dell’IAI sono spesso citate dagli organi di informazione.

Tuttavia, l’Istituto affronta diverse sfide, tra le quali la crescente competitività nel panorama dei think tank, che richiede un continuo processo di innovazione per mantenere la propria leadership. La digitalizzazione delle pubblicazioni rappresenta un’esigenza imprescindibile, mettendo in risalto l’importanza di adattarsi alle nuove tecnologie per garantire accessibilità su piattaforme diverse. Inoltre, l’internazionalizzazione è cruciale, spingendo l’IAI a consolidare la propria presenza nel contesto globale attraverso collaborazioni con istituzioni di ricerca di diverse aree geografiche.

Nonostante queste sfide, sorgono opportunità significative. L’emergere di nuove tecnologie comporta la possibilità di esplorare modalità innovative per la diffusione delle conoscenze, come l’uso di podcast, video e social media. Le collaborazioni interdisciplinari rappresentano un altro potenziale, permettendo all’IAI di espandere i propri orizzonti di ricerca interagendo con specialisti di settori vari, tra questi la politica, l’economia, la storia e il diritto internazionale.

Attualmente, non emerge una specifica iniziativa di citizen science direttamente collegata all’Istituto Affari Internazionali (IAI), ma intesa come il coinvolgimento attivo dei cittadini nella ricerca scientifica, potrebbe rivelarsi di particolare rilevanza per l’IAI, dati i temi complessi e di portata globale su cui si concentra l’istituto.

In ambito geopolitico, ad esempio, si potrebbe valutare l’analisi di mappe di conflitto e il monitoraggio della disinformazione, mentre nel contesto dell’economia globale si potrebbero attuare attività relative al rilevamento di tendenze economiche e all’analisi di dati finanziari. Analogamente, nel settore climatico e ambientale, la raccolta di dati riguardanti fenomeni climatici e variabili ambientali risulta cruciale.

Un coinvolgimento diretto dei cittadini potrebbe apportare un significativo valore aggiunto alla raccolta di informazioni, alla validazione dei dati e, non da ultimo, alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle questioni trattate dall’IAI.

Si delineano così potenziali progetti di citizen science, come il monitoraggio della disinformazione, che potrebbe prevedere la partecipazione dei cittadini nella verifica delle notizie relative a tematiche geopolitiche; l’analisi delle opinioni pubbliche, utile per raccogliere informazioni sulle percezioni dei cittadini riguardo a istituzioni internazionali come l’Unione Europea; o ancora il monitoraggio dei cambiamenti climatici.

In questo contesto, sfide significative quali la garanzia della qualità dei dati raccolti, la protezione della privacy dei partecipanti e la necessità di fornire opportuni strumenti formativi ai cittadini per facilitarne la partecipazione. L’IAI potrebbe quindi considerare l’integrazione della citizen science come un’opportunità per espandere la propria attività di ricerca e per instaurare un dialogo costruttivo con la società civile.

Per quanto concerne la direzione delle varie pubblicazioni, figure come Daniela Huber, Leo Goretti, Lorenzo Kamel, Riccardo Alcaro, Alessandro Marrone, Francesco De Leo e Stefano Silvestri rivestono ruoli chiave, ciascuno apportando competenze specifiche nella loro area di responsabilità. Questo orchestrato apporto di leadership consente di mantenere elevati standard qualitativi e di innovazione nel panorama editoriale dell’IAI.

La strategia di diversificazione delle pubblicazioni si rivela cruciale per l’Istituto, consentendogli di ampliare la propria portata e di influenzare il dibattito pubblico. Attraverso l’offerta di contenuti destinati a una pluralità di lettori, l’IAI non solo accresce la sua visibilità, ma si posiziona anche come un protagonista rilevante nel dibattito sulle questioni globali, consolidando la sua reputazione di centro di eccellenza nel campo degli studi internazionali.

In un mondo sempre più interconnesso e complesso, il ruolo dei think tank come l’IAI è destinato a diventare sempre più importante. Questi Istituti, infatti, offrono un punto di vista indipendente e approfondito sulle questioni globali, contribuendo a informare le decisioni dei governi, delle imprese e delle organizzazioni internazionali.

 

Nicoletta Covalea

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