Raccolta firme per il referendum sulla cittadinanza: un tema che passa in sordina?

Raccolta firme per il referendum sulla cittadinanza: un tema che passa in sordina?
Mentre il paese si accende per battaglie musicali, la questione della cittadinanza sembra non trovare spazio nel dibattito collettivo.
In Italia, migliaia di persone combattono per un diritto fondamentale: la cittadinanza. Eppure, mentre la raccolta firme per il referendum avanza lentamente, l’interesse mediatico sembra dirigersi verso polemiche ben più “spettacolari”, come l’ultima battaglia rap.
La raccolta firme per il referendum sulla cittadinanza ha come obiettivo dare voce e diritti a milioni di giovani nati e cresciuti in Italia, ma esclusi dalla piena partecipazione civica. Eppure, il tema sembra essere passato inosservato, come se l’inclusione e l’integrazione fossero questioni marginali.
Di recente, un’importante iniziativa che punta a ridisegnare il concetto di cittadinanza ha preso il via, ma ha fatto molto meno rumore di una battaglia rap tra due artisti. Curioso, no? Mentre il Paese si divide su chi abbia la “miglior rima”, la vera battaglia, quella per il diritto alla cittadinanza, sembra essere troppo noiosa per i riflettori. Forse, se i promotori del referendum lanciassero qualche rima ben piazzata, il tema diventerebbe virale in un batter d’occhio.
Eppure, i numeri raccontano una realtà che non si può ignorare. Secondo i dati dell’ISTAT, più di un milione di giovani in Italia sono ancora privi di cittadinanza, nonostante siano nati e cresciuti nel paese. Giovani che parlano l’italiano come lingua madre, che si formano nelle scuole italiane e che contribuiscono alla società, ma che sono esclusi da molti diritti basilari. Avere una voce politica, partecipare al voto, essere considerati cittadini a tutti gli effetti: è questo ciò che chiede il referendum. Eppure, sembra che per alcuni media e opinionisti sia più facile concentrarsi su argomenti “leggeri”.
L’Italia, come sempre, si trova a un bivio tra l’apparenza e la sostanza. Da un lato, il riflesso di una società attratta dalle luci dei riflettori e dalle controversie superficiali; dall’altro, la realtà di migliaia di persone che vivono nell’ombra, in attesa di vedere riconosciuti i propri diritti. Forse, prima di accendere il prossimo dibattito su un dissidio musicale, sarebbe il caso di fermarsi e ascoltare chi, con dignità e pazienza, chiede di essere riconosciuto per quello che è: un cittadino italiano.
Serena Tortorici
foto Comune di Andria

Redazione

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