Riforma della scuola 2024, cosa cambia dal prossimo anno
Riforma della scuola, due nuovi indirizzi nell’a.s. 2024-2025: dalle novità per gli istituti tecnici e professionali al nuovo liceo Made in Italy, ecco cosa cambia.
Per l’anno scolastico 2024-2025 entra in vigore la riforma della scuola con la quale vengono introdotti nuovi percorsi professionalizzanti che dovrebbero aiutare gli studenti a trovare immediatamente lavoro una volta concluso il percorso di studi. Novità di cui è bene essere a conoscenza già oggi, in quanto a partire dal 18 gennaio – e fino al 10 febbraio prossimo – bisognerà effettuare l’iscrizione per il nuovo anno scolastico e per la prima volta si potrà scegliere anche tra i nuovi indirizzi. In particolare, le novità sono due: da una parte la riforma degli istituti tecnici e professionali, con la quale viene ridotta a 4 anni la durata del percorso con la possibilità di specializzarsi per altri 2 anni negli ITS; dall’altra, invece, l’avvio del nuovo liceo made in Italy, indirizzo tanto voluto dal governo Meloni.Vediamo, dunque, quali sono le novità per il mondo della scuola che entrano in vigore nel 2024 e cosa cambia per gli studenti: una guida utile così da farsi un’idea se iscriversi o meno ai nuovi indirizzi.
La riforma degli istituti tecnici
Le imprese trovano sempre più difficoltà a trovare lavoratori qualificati: un problema che per il governo Meloni trova soluzione nella scuola, dove bisognerà maggiormente puntare sulla pratica affinché una volta diplomati gli studenti siano già pronti per entrare nel mondo del lavoro.A tal proposito la VII Commissione del Senato ha approvato il disegno di legge con cui vengono riformati gli istituti tecnici e professionali introducendo il modello 4 anni più 2 di formazione specializzata negli Istituti tecnici superiori.Chi si vuole specializzare in determinate materie, dalla meccanica all’elettronica, potrà quindi farlo dopo soli 4 anni di scuola: si arriva così ad avere studenti che al intorno ai 20 anni di età avranno completato un percorso di studi altamente professionalizzante, pronti per rispondere alle esigenze delle aziende.D’altronde i dati sugli ITS ci confermano che questi sono la migliore soluzione possibile per chi vuole trovare lavoro senza andare all’Università: garantiscono infatti un tasso di occupazione che supera il 90%.Nel dettaglio, con la riforma degli ITS sarà il piano di studi a cambiare attraverso le seguenti novità:potenziamento dell’insegnamento della matematica e dell’italiano;
più spazio ai Pcto (percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, l’ex alternanza scuola-lavoro);
possibilità di portare in classe docenti provenienti dal mondo produttivo e professionale, potendo così formare gli studenti attraverso percorsi di istruzione personalizzati e flessibili.La durata ridotta per gli istituti tecnici sarà in vigore già per il prossimo anno scolastico, tuttavia per il momento si tratta solamente di una fase di sperimentazione: solamente il 30% degli istituti, infatti, potrà prendervi parte, sulla base di una ripartizione regionale.
Il liceo Made in Italy
La seconda novità da prendere in considerazione ai fini dell’iscrizione al prossimo anno scolastico è quella che riguarda l’avvio del liceo del Made in Italy, nel quale verrà data maggiore importanza all’acquisizione di conoscenze, abilità e conoscenze connesse a questo principio.
In particolare, nel piano di studi verrà dato ampio spazio agli argomenti di tipo giuridico ed economico (attraverso la previsione di 99 ore l’anno di diritto e altrettante di economia politica), come pure alle materie Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica con informatica) e a quelle umanistiche (italiano, storia, filosofia e storia dell’arte). Le lingue straniere saranno due.
Al pari degli Its la scuola si apre al mondo delle imprese attraverso l’organizzazione di tirocini, dando così agli studenti la possibilità di fare esperienza nel settore economico-produttivo di riferimento.
Così come per la riforma degli istituti tecnici, quindi, anche con questo nuovo indirizzo si guarda con maggiore attenzione al mondo del lavoro, fermo restando che trattandosi di un liceo è perlopiù una preparazione funzionale all’avvio di un percorso universitario.
I PARTE
Giacomo Marcario
Editorialista de Il Corriere Nazionale
http://www.corrierenazionale.net