Conti. Manovra da 30 miliardi. Mille euro per genitori con Isee entro quota 40mila
Lo schema di legge varato dal Cdm. La carta varrà solo per i neonati, quoziente per le detrazioni. Confermate le misure sulle pensioni. Da banche e assicurazioni un contributo di 3,5 miliardi
Trattativa fino all’ultimo minuto per i contenuti della legge di Bilancio, approvata nelle linee generali al termine di un Consiglio dei ministri durato meno di due ore e salita alla fine a un importo lordo di 30 miliardi di euro, cinque in più dei 25 ipotizzati. Quasi tutti confermati i capitoli-chiave della terza manovra del governo Meloni, dalla proroga del bonus ristrutturazioni sulla prima casa nella versione al 50% alle pensioni, dal contributo a carico di banche e assicurazioni per un importo di 3,5 miliardi (da destinare alla sanità) a una nuova, severa spending review, ma ci sono anche novità interessanti per il sostegno alle famiglie, con una carta da mille euro per i neonati di genitori dai redditi più bassi.
Se ne saprà di più nella conferenza stampa convocata per le 11 di mercoledì mattina: la terrà Giancarlo Giorgetti, il ministro dell’Economia. «Abbiamo varato la legge di Bilancio, un intervento che mette al centro i cittadini, le famiglie e il rilancio della nostra Nazione – ha scritto sul social X, in un primo commento, la premier Giorgia Meloni -. Come avevamo promesso non ci saranno nuove tasse per i cittadini».La carta “nuovi nati”. Le prime anticipazioni riportate da una nota del Tesoro dicono che sono “confermate e potenziate le misure sui congedi parentali” e viene “introdotta una “Carta per i nuovi nati” che riconosce 1.000 euro per far fronte alle numerose prime spese per ogni nuovo nato ai genitori” con i redditi più bassi, cioè quelli entro la soglia Isee di 40mila euro. Si tratta di uno stanziamento che, stando ai neonati del 2023, vale poco meno di 400 milioni di euro. Si rafforza poi il bonus destinato alla frequenza di asili nido, prevedendo finalmente (si parlava da tempo di questa ipotesi) l’esclusione delle somme percepite per l’assegno unico universale, quello per i figli, dal computo dell’Isee, l’indicatore della situazione economica.
Scontata l’estensione alle lavoratrici autonome della decontribuzione già in vigore per le mamme lavoratrici con due o tre figli. Fino all’ultimo si è parlato di un intervento sulle detrazioni: la fissazione di un importo massimo che si potrà scalare dalle tasse, da modulare però in base alla composizione del nucleo familiare introducendo così di fatto – si sosteneva nelle stanze dell’esecutivo – un primo assaggio di “quoziente familiare”. Il cuneo fiscale cambia forma, meno tasse sui premi aziendali. Il taglio del cuneo fiscale in vigore dal 2023 è confermato in via strutturale: assieme alla conferma dei tre scaglioni dell’Irpef, questi due interventi valgono da soli quasi la metà della manovra, intorno ai 14 miliardi. Per quanto riguarda il cuneo che incide sugli importi delle “buste-paga”, rimane l’entità del beneficio, pari grosso modo a 100 euro al mese, ma saranno superati alcuni difetti con una doppia azione.
Dal prossimo anno, infatti, lo sconto contributivo potrebbe rimanere solo per i redditi fino a 20mila euro. Al di sopra di questa soglia l’intervento diverrebbe di tipo fiscale, sotto forma di un aumento delle detrazioni per il lavoro dipendente fino a 35mila euro. Non solo: a quel punto partirebbe un decalage, piuttosto rapido, fino a 40mila euro, per evitare che a 35mila e un euro si perdano in un colpo solo circa 1.200 euro annui.
Se poi i fondi in arrivo dal concordato preventivo saranno sufficienti, il governo potrebbe agire di nuovo sull’Irpef riducendo l’aliquota intermedia, fino a 50mila euro di reddito, dal 35 al 33%. Resta fissata poi al 5% la tassazione sui premi di produttività aziendale.Fondi freschi arrivano da un contributo, comunque una tantum, da parte degli istituti bancari e anche delle compagnie assicurative più grandi. L’importo globale stabilito alla fine è di 3 miliardi e mezzo, come anticipato dal vicepremier e leader leghista Matteo Salvini, che ha parlato di «vittoria della Lega». Sul tappeto ci sarebbe un anticipo sulle Dta (le imposte differite attive) per tre miliardi o una misura sugli incrementi patrimoniali. Sembra escluso, invece, un aumento dell’Ires e dell’Ira Tagli del 5% per i ministeri, salvi i Comuni.
Per poter portare in dote alla manovra risorse fresche i ministeri dovranno tagliare le spese fino al 5%. Dovrebbero salvarsi invece dalla dieta dimagrante gli enti locali e i Comuni. Non sarà, in ogni caso, tagliata la spesa sanitaria. Il ministro Orazio Schillaci si è detto fiducioso che, rispetto ai 5 miliardi stanziati nello scorso bilancio, potrebbe esserci un aumento fino a 3 miliardi, grazie anche al contributo chiesto al credito e alle assicurazioni.Si va verso la proroga per un altro anno dello sgravio sulle ristrutturazioni al 50% dell’importo per le prime case evitando così che da gennaio l’agevolazione scenda al 36% (come accadrà invece dalle seconde case in poi). E Meloni ha spinto fino all’ultimo anche per la revisione delle rendite catastali per chi ha usufruito del Superbonus 110% (non si sa però se la norma è entrata).
Nulla da fare per riforme strutturali su questo fronte. La nota diffusa dal Mef afferma che “sono confermate le misure dello scorso anno” (quindi la “Quota 103”, l’Ape sociale, ecc,) e “potenziate quelle destinate ai lavoratori pubblici e privati che raggiungono l’età della pensione ma restano a lavoro”. In pratica è il cosiddetto “bonus Maroni”, con incentivi a chi sceglie di rimanere al lavoro anche avendo i requisiti per andarsene. Non esclusa anche una spinta alla previdenza complementare con l’introduzione di un semestre di “silenzio-assenso”. Ci sarà l’indicizzazione piena delle pensioni rispetto all’inflazione, con l’anticipo a dicembre. Nessuna conferma, per il momento, per un aumento delle pensioni minime.
Si punta ad una conferma, ma con qualche ritocco, anche per la misura sui sostegni di tipo aziendale, dopo che l’ultima manovra ha portato la soglia di esenzione a 2mila euro per i lavoratori con figli a carico e a 1.000 euro per tutti gli altri (aprendo alla possibilità di usarli anche per pagare l’affitto o il mutuo prima casa). Oltre agli aumenti per il gasolio, diverrebbe soggetto a imposta anche il processo per ridurre il tasso alcoolico dei vini. Mentre sarebbe esteso da 2 a 4 anni il “patentino” per vendere tabacchi. Il governo stanzia da subito le risorse destinate a finanziare le procedure di rinnovo dei contratti del pubblico impiego, con particolare riferimento al triennio 2025-2027.
Marcario Giacomo
Editorialista de Il Corriere Nazionale