Euphoria: l’estetica nel tessuto narrativo

L’annuncio della terza stagione

Dopo un’attesa estenuante, la terza stagione di Euphoria, celebre serie prodotta da HBO, è finalmente alle porte: le riprese sono programmate per gennaio 2025 e prevedono il ritorno di gran parte del cast originale. Questa attesa è stata caratterizzata da diversi eventi significativi che hanno influito sulla produzione. I ritardi, infatti, erano inizialmente previsti per dicembre 2023, ma sono stati causati sia dagli scioperi a Hollywood sia dagli impegni professionali dei protagonisti, che hanno visto molti attori coinvolti in altri progetti. Inoltre, la tragica perdita di Angus Cloud, interprete del personaggio di Fezco, ha colpito profondamente il team di produzione e i fan, accentuando il senso di attesa e tristezza. Anche la scomparsa del produttore esecutivo Kevin Turen ha avuto un impatto notevole sulla produzione e sull’atmosfera creativa dello show.

Tuttavia, il 13 giugno 2024, la conferma ufficiale del ritorno della serie ha riacceso la speranza dei fan, avviando definitivamente i lavori e rassicurando il pubblico che da anni segue con passione la storia dei tormentati protagonisti. Infatti, se da un lato Euphoria ha saputo conquistare il cuore di milioni di persone, dall’altro non ha perso occasione di impressionare anche la critica, guadagnandosi numerosi riconoscimenti. L’opera di Sam Levinson ha ricevuto diversi premi prestigiosi, tra cui il SAG Award 2023 per la miglior attrice in una serie drammatica a Zendaya, che interpreta Rue, e il Writers Guild Award del 2021 per la miglior sceneggiatura, assegnato a Levinson stesso. Questi premi sono solo alcuni esempi del prestigio guadagnato dalla serie, che ha saputo fondere profondità narrativa e innovazione stilistica in modo magistrale.

La moda racconta i personaggi

Il fascino di Euphoria risiede non solo nella trama avvincente allegata al sapiente utilizzo di tematiche attuali, ma anche e soprattutto all’uso innovativo della moda come potente mezzo espressivo, creatore di una visione estetica impossibile da ignorare. Di conseguenza, qui i costumi non risultano essere semplici indumenti, ma potenti strumenti di narrazione capaci di riflettere le emozioni e le esperienze dei personaggi, guidando lo spettatore in un viaggio dove sguardo e spirito si incontrano.

All’interno di questo universo caotico e smarrito tipico dell’età adolescenziale, la moda cessa di essere pura estetica e si configura invece come linguaggio visivo che esprime sentimenti quali l’insicurezza, la ribellione e la ricerca di sé. I colori, i materiali e le silhouette di noti brand come Marc Jacobs e Miu Miu (per citarne alcuni) sono scelti con cura sia per suscitare specifiche atmosfere e stati d’animo, sia per avvalorare le tematiche di cui si fa portavoce la serie, come ad esempio l’identità di genere, la sessualità e la salute mentale. Attraverso il dittico racconto-estetica, l’espressione del sé emerge a tutti gli effetti come fondamento di tutte le trame che si snodano nel corso delle varie stagioni.

Ognuno dei protagonisti infatti, grazie al supporto di un’incredibile fotografia e reparto costumi, utilizza la moda per raccontare il proprio vissuto e rivendicare il proprio spazio. Rue (Zendaya Coleman), ad esempio, indossa jeans molto larghi e magliette semplici, che rispecchiano la sua vulnerabilità e il suo desiderio di nascondersi dal mondo. Al contrario, Jules (Hunter Schafer), sceglie look eclettici e sperimentali fatti di gonne cortissime e crop top aderenti, riflettendo la personale esplorazione rispetto all’identità di genere. E infine Maddy (Alexa Demie), la quale mostra la sua sicurezza e il suo desiderio di controllo attraverso completi prevalentemente di pelle, scuri e

 

acconciature decise. Lo stesso vale per il make-up, che completa perfettamente gli outfit dei personaggi: vediamo infatti Rue sempre struccata, Jules luminosa e colorata, mentre Maddy sfoggia uno sguardo intenso e deciso, accentuato dal trucco nero sugli occhi.

Estetica come linguaggio?

In un mondo dove l’immagine di sé è chiaramente un passepartout, il connubio tra estetica e narrazione presentato in Euphoria, dimostra come la moda possa fungere da forma di comunicazione potentissima, in grado di enfatizzare il racconto sulla nostra personalità e sul nostro bagaglio emotivo. Così facendo, questo show trasforma la moda in una narrativa interpretabile attraverso acconciature sgargianti, trucchi brillanti, felpe larghe e top con scolli vertiginosi, configurandosi come tratto distintivo di ciascun personaggio. Ogni scelta stilistica sembra voler dichiarare un’identità in costante evoluzione, bisognosa di crescita, di affermazione e di appartenenza, invitandoci, episodio dopo episodio, a riflettere su come un racconto personale può esprimersi attraverso canali molteplici e inaspettati, e come ciò che scegliamo di indossare può testimoniare di noi.

foto  www.sorrisi.com/tv/

Redazione

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