Dentro e fuori Bruxelles

Dentro e fuori Bruxelles
Strasbourg, France - January 28, 2014: The European Parliament building in Strasbourg, France with flags waving on a spring evening

di Raffaele Gaggioli

Sono passati meno di cinque mesi dalle ultime elezioni europarlamentari, ma l’Europarlamento è già paralizzato a causa delle lotte interne tra i suoi vari membri. Nonostante i tentativi di mediazione della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, l’alleanza politica tra i liberali di Renew Europe, il centro destra della PPE e il centro-sinistra della S&D, che fino ad ora ha governato l’Unione Europea, sembra infatti oramai giunta al termine.

In realtà, la coalizione aveva già iniziato a vacillare a seguito delle elezioni europarlamentari dello scorso giugno. Mentre il PPE aveva notevolmente aumentato il numero di seggi a sua disposizione, il S&D e Renew Europe ne erano usciti fortemente indeboliti.

All’inizio dei negoziati per la formazione di un nuovo governo europeo, non c’era quindi alcun dubbio che la politica interna europea avrebbe adottato posizioni più conservatrici. Molti membri della coalizione confidavano comunque che sarebbe stato possibile continuare a governare l’Unione Europea con questa alleanza.

Questa speranza sembra essersi rivelata vana. Lo scontro tra i membri della coalizione governativa è iniziato tre giorni fa, quando i membri del PPE hanno votato contro la nomina della socialista Teresa Ribera, attualmente ministra spagnola per la Transizione ambientale, come responsabile di Concorrenza e Green deal.

Secondo il Partito Popolare (partito conservatore spagnolo che fa parte del PPE), la Ribera dovrebbe essere interrogata dal Parlamento spagnolo relativamente alle disastrose alluvioni in Valencia prima di poter ottenere un nuovo ruolo all’interno del governo europeo.

I socialisti spagnoli hanno a loro volta accusato il Partito Popolare di star cercando di nascondere le sue responsabilità per quanto successo in Valencia. La regione spagnola è infatti governata dal Popolare Carlos Mazon, il quale non avrebbe né preso le dovute precauzioni, né avvertito la popolazione prima dell’inizio dell’alluvione.

Questa vicenda politica spagnola ha quindi paralizzato l’Europarlamento. I socialisti spagnoli, assieme ai loro alleati nel S&D, hanno infatti dichiarato che non voteranno per i candidati proposti dal PPE finché la nomina di Ribera non verrà sbloccata.

La Spagna non è l’unica nazione europea la cui politica interna sta influenzando le dinamiche dell’Europarlamento. Il S&D ha accusato Manfred Weber, leader del PPE, di stare sabotando il lavoro dell’Europarlamento per favorire gli interessi del suo partito in vista delle prossime elezioni federali in Germania.

Weber è un membro dell’Unione Cristiano Sociale (CSU), partito tedesco conservatore che attualmente non fa parte del governo del socialdemocratico Olaf Scholz. Tuttavia, nell’ultimo anno il CSU è cresciuto notevolmente nei sondaggi al punto che è quasi universalmente considerato il più probabile vincitore delle prossime elezioni federali tedesche.

Vista l’instabilità del governo di Scholz a seguito del licenziamento del ministro della Finanza tedesco, queste elezioni potrebbero essere anticipate al prossimo febbraio.  Secondo i critici, Weber starebbe quindi cercando di indebolire ulteriormente i socialdemocratici tedeschi, che nell’europarlamento fanno parte del S&D, sia per aumentare il numero di voti che la CSU potrebbe vincere in Germania, sia per aumentare il potere dei conservatori a Bruxelles.

Alcuni membri del S&D hanno anche accusato Weber di stare usando l’Europarlamento come una sorta di tavolo di prova per una futura alleanza tra il CSU e il partito tedesco di estrema destra AfD. Sin dallo scorso giugno, il PPE ha infatti più volte cercato il sostegno dei Patrioti, gruppo europarlamentare di estrema destra di cui AfD fa parte, per fare approvare alcune sue proposte politiche.

Se entro l’inizio di dicembre la crisi non verrà risolta, bisognerà ricominciare da capo l’intero processo di selezione dei vari candidati.  Questo scenario comporterebbe ovviamente la fine della coalizione che attualmente controlla l’Europarlamento e la nomina di un nuovo Presidente della Commissione Europea.

In questo scenario, potrebbe delinearsi una nuova alleanza tra il PPE, i Patrioti e il gruppo dei Riformisti e dei Conservatori Europei (gruppo europarlamentare di destra), forse guidata dallo stesso Weber.

Le vicende politiche della Germania potrebbero però ancora una volta influenzare le alleanze interne dell’Europarlamento. Le prossime elezioni federali tedesche potrebbero infatti concludersi con la creazione di una coalizione politica tra il CSU e i socialdemocratici.

In questo caso, un’alleanza tra il PPE e i Patrioti nell’Europarlamento verrebbe considerata controproduttiva e dannosa per gli interessi dei cristiano-democratici in Germania. Weber potrebbe essere costretto dal suo stesso partito ad ammorbidire le sue posizioni per facilitare la collaborazione tra i diversi membri del futuro governo tedesco.

L’Europarlamento non ha comunque molto tempo per decidere come procedere. Tra il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e l’avanzata russa in Ucraina, è chiaro che l’Unione Europa ha urgentemente bisogno di un governo stabile ed unito per fronteggiare tutte le varie crisi internazionali.

Raffaele Gaggioli

 

 

Redazione

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